ARCHITETTURE DEL CAOS


programmare l’imprevisto // esaltare l’imperfezione

Incorporare la casualità nell’arte è stato un tema centrale in diversi movimenti artistici e filosofici. Ad esempio, il movimento Dada, attivo all’inizio del XX secolo, abbracciava il caso e l’imprevisto come elementi centrali del processo creativo. Anche i surrealisti, negli anni Venti, sfruttavano la casualità per esplorare l’inconscio, utilizzando tecniche come il disegno e la scrittura automatica, permettendo a pensieri e immagini casuali di emergere senza controllo razionale.

Dal punto di vista filosofico, il concetto di casualità è stato esplorato in diversi contesti. Ad esempio, nel saggio “The Philosophy of Chance” di Stanisław Lem, si indaga il ruolo del caso nella letteratura e nella cultura, proponendo che la casualità sia un aspetto fondamentale dell’universo che influenza la creatività umana.

Infine, Vera Molnar, l’artista che più di altre ha influenzato il mio pewrcorso, è stata una figura pionieristica nell’arte algoritmica che ha saputo integrare la casualità all’interno di un quadro strutturato. Negli anni Sessanta, ha sviluppato processi algoritmici che combinavano regole prestabilite con elementi di casualità, creando astrazioni geometriche che riflettono un equilibrio tra ordine e disordine. Molnar introduceva deliberatamente un “1% di disordine” per permettere a un elemento controllato di casualità di influenzare le sue opere, incarnando così l’interazione tra struttura e imprevedibilità.

gli errori a servizio dell’autenticità

Chi mi legge potrebbe pensare che io viva intrappolata nel bisogno di controllo. In realtà, progetto strutture così rigide proprio per potermi permettere il lusso di perdermi negli errori. Fino ad oggi ho condiviso solo le parti preparatorie all’incidente. Il mio metodo non è una gabbia, è un trampolino: più solida è la pedana, più libero è il salto. Il filo conduttore che lega tutta la mia esperienza artistica, dai tempi del circuit bending a oggi, è proprio questa necessità di progettare ambienti di sviluppo in modo rigoroso, per poi lasciarmi andare all’imprevisto. Di base c’è sempre uno schema, una matrice tecnica, ma la vera performance deve essere in parte imprevedibile. In questo caso dove la matrice è il romanzo, progettato con la severità con cui si scrive un codice, è solo quello che mi ha preparato al caos a cui mi sto abbandonando nella fase attuale.

Da quando è stato presentato VEO3 vivo nel terrore di perdere quel margine di errore, per questo ho fatto un passo indietro verso modelli meno performanti. Ho bisogno di deformazioni impreviste, come se le AI fossero un’esperienza onirica, un incubo fuori controllo.

La mia matrice narrativa

Ho scritto come si disegna un genoma: archetipi, atti, tarocchi, cronologie maniacalmente allineate. Il Viaggio della Matta è il nucleo: una mappa di eventi, simboli e personaggi che funge da cellula madre.

L’estetica dell’incidente

L’errore non è un difetto di fabbrica da scartare, ma la prova che la macchina respira. La perfezione dei generatori video odierni rischia di anestetizzare l’immagine: tutto troppo liscio, troppo corretto. Il glitch, invece, incrina la superficie e rivela la traiettoria nascosta. Sto cercando di generare il maggior numero di video possibile con la paura costante della perfezione. Scrivo prompt sempre più complessi, ho il massimo controllo sulla scena, ma quello che continua a emozionarmi è l’errore. Sono proprio quegli incidenti anatomici a creare l’estetica che ricerco, l’artificiale che accetta le imperfezioni è più vero della riproduzione fedele della realtà.

In Sintesi

Programmare l’imprevisto significa incorniciare il disordine, ammirare l’errore che caratterizza l’opera. La mia ossessione per le strutture serve esattamente a questo: fornire all’incidente un contesto in cui brillare, dove il contrasto del disturbo esalta la struttura del concetto.

Bibliografia

Jean ArpOn My Way: Poetry and Essays 1912-1947 (Wittenborn, 1966).

John CageSilence: Lectures and Writings (Wesleyan University Press, 1961).

Stanisław LemThe Philosophy of Chance (Einaudi, ed. it. 1985).

Vera MolnarTowards Aesthetic Guidelines for Computer-Generated Paintings (Computer-Graphics and Art, 1976).

Rosa MenkmanThe Glitch Moment(um) (Institute of Network Cultures, 2011)