Il 24 giugno 2025, i Massive Attack pubblicano su Instagram un post che più che una dichiarazione sembra un atto di resistenza culturale:
“Behind the VIP shop windows, out the back, are sweatshops of fossil fuel & war machine $. Don’t dance to their tune.”
Una frase che non si limita a denunciare. Si incide addosso, e costringe a chiedersi: chi suona davvero la musica su cui balliamo? [post]
I Festival come Vetrina del Capitale
I Massive Attack denunciano una verità spesso ignorata: i festival musicali non sono più spazi neutri o liberi. Sono territori colonizzati da interessi economici, in particolare:
- Barclays, sponsor di festival come Latitude e Download Festival, è tra le banche più attivamente coinvolte nel finanziamento dell’industria bellica israeliana secondo ricerche BDS.
- Molti festival sono controllati da fondi di private equity (es. Superstruct Entertainment, legata al fondo KKR), che puntano più alla scalabilità commerciale che all’espressione artistica.
Dietro le quinte della musica, la guerra e il fossile pagano il palco. Le arene non sono più luoghi di rottura, ma showroom.
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