Categoria: memoriadigitale

  • RESTI DIGITALI: ANTROPOLOGIA DELLA RESURREZIONE ARTIFICIALE

    Tecnologie della memoria e simulazione del lutto nell’era degli avatar

    Abstract

    L’articolo esamina il fenomeno emergente della replica digitale dei defunti attraverso avatar interattivi, chatbot commemorativi e deepfake post-mortem. Attraverso un’analisi comparativa che colloca queste pratiche contemporanee nella genealogia storica delle tecnologie del lutto – dalla fotografia post-mortem vittoriana alle registrazioni spiritiche – si indaga come la digitalizzazione abbia trasformato qualitativamente il rapporto con la morte.

    Questa riflessione si inserisce in un percorso di ricerca più ampio, avviato in precedenti contributi sull’uso simbolico della tecnologia nella costruzione del corpo artificiale e sulla memoria digitale come spazio di negoziazione affettiva. Tale percorso ha mostrato come la tecnica non si limiti a supportare funzioni pratiche, ma modelli profondamente anche le strutture emotive e culturali.

    L’indagine si concentra sulla transizione dalla conservazione passiva della memoria alla riattivazione interattiva del defunto, analizzando le implicazioni antropologiche, psicologiche ed etiche di questa svolta tecnologica. Emerge un paradosso centrale: mentre le tecnologie digitali promettono di preservare e rianimare i morti, rischiano di impedire l’elaborazione simbolica del lutto, creando una zona grigia tra presenza e assenza che sfida i meccanismi tradizionali di elaborazione della perdita.

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  • 2325::ALEX_KERNEL ARCHIVE_BOOT VALERIA_VITO//MEMORY.RESTORE

    SYSTEM INIT // ALEXKERNEL 2325
    MEMORY RESTORE

    SUBJECT: VALERIA VITO
    STATUS: PARTIAL RECONSTRUCTION
    TIMESTAMP: 2019 — 2325

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  • I NUOVI CUSTODI DELLA MEMORIA DIGITALE

    Nella corsa a digitalizzare ogni esperienza, la memoria umana si è trasferita in server, social network e archivi di dati. Ma quanto di ciò che oggi viviamo resterà davvero accessibile domani? La memoria digitale è intrinsecamente fragile: dipende da piattaforme che possono chiudere, da formati che diventano obsoleti, da interessi commerciali che cancellano contenuti sgraditi o non redditizi.

    In questo vuoto potenziale, l’intelligenza artificiale si propone come nuovo custode. Non soltanto un archivio passivo, ma un sistema capace di collegare, interpretare e restituire significati, anche ricostruendo memorie frammentarie attraverso tecniche di elaborazione del linguaggio naturale e machine learning.

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