Categoria: pulizia tematica

  • Pulizia tematica: cosa ho deciso di lasciar perdere

    Quando ho iniziato a lavorare a questo progetto, i temi su cui volevo portare l’attenzione erano vari. Per evitare sovraccarichi tematici ho fatto delle rinunce. Una di queste riguardava la scarsità di risorse future.

    Invecchiamento artificiale

    Il tema dell’obsolescenza programmata mi è sempre stato caro, ma la crisi dei microchip ha aperto un ulteriore strato di sofferenza che volevo esprimere.

    A settembre stagnavo ancora nell’idea di descrivere un futuro distopico. Tra gli elementi di worldbuilding avevo iniziato a immaginare una tecnologia ritornata in parte meccanica a causa della scarsità delle stesse risorse che ne avevano permesso la miniaturizzazione.

    Così, la figura di un giovane scienziato che cerca di fare il possibile per i suoi pazienti robotici si faceva largo. I suoi conflitti tra l’uso delle tecnologie a sua disposizione e i problemi etici a loro connessi mi sembravano un buon espediente narrativo per esprimere la mia disapprovazione.

    Ho così iniziato a fondere insieme gli elementi Art Nouveau che avevo già introdotto a quelli della storia della computazione meccanica. Qui mi sono divertita a evocare Charles Babbage, Konrad Zuse e perfino Vannevar Bush. C’è tanta ingenuità in queste prime scelte, ma sono state importanti nel processo.

    Per aggiungere un elemento disturbante, avevo integrato delle parti anatomiche. Il tema della disumanizzazione è centrale e volevo che si esprimesse al meglio. L’idea di sopperire alla mancanza di componenti con parti umane mi sembrava funzionale alla mia critica al consumismo digitale. Scelte di questo tipo non sono mai fini a se stesse. Il disgusto è uno strumento utile, ma va dosato con cura.

    Anche se sono tante le opere che hanno utilizzato questo espediente, la mia reference era Il Colosso di New York. Non il film più innovativo, ma di certo quello a cui sono più legata. La sua prevedibile, quanto iconica, ribellione finale è riuscita a emozionarmi quanto la creatura di Frankenstein.

    Lo ammetto, empatizzo con le vittime che diventano veicolo di distruzione. Non voglio con questo giustificare la violenza, ma comprendo la frattura che si crea nelle menti abusate. Nella vita non esprimo mai giudizi morali, al massimo faccio riflessioni etiche, e indago sulle ragioni che animano protagonisti e antagonisti delle storie.

    Estetica effimera: l’illusione della forma

    Una discussione sull’uso distorto della tecnologia è ancora presente nella narrazione, ma ha preso una forma diversa. Ero ancora lontana dall’ambientare la storia nel ’900, non ero ancora pronta a mettere in discussione ciò che è già storicizzato. Per certi versi, la distopia era una scelta comoda che rischiava di far disperdere il messaggio nelle scelte estetiche.

    Avevo creato un corto circuito tra robot che soffrivano l’umanizzazione e umani ridotti a pezzi di ricambio. Macchine inutilmente decorate e costrette ad invecchiare rappresentano bene il concetto, ma questa scelta sarebbe risultata problematica.Mi stuzzicava riprendere il tema già trattato in L’Uomo Bicentenario e trasformare questa scelta in una costrizione dettata dall’insicurezza umana. Qualcuno avrebbe potuto leggervi un tono apocalittico legato allo sviluppo delle intelligenze artificiali e non me lo sarei mai perdonata.

    La critica al fast fashion, altro tema a me caro, è stata del tutto accantonata in questo progetto. Trattare certi temi richiede l’impegno di liberarli da qualsiasi scelta ambigua o fuorviante. Ho faticato tanto a mettere da parte la passione per la moda, ero affascinata da come le AI generative riuscissero a fondere con tale efficacia le composizioni di alcuni editoriali storici e l’estetica he stavo costruendo.

    glamour sci-fi

    NB: Posseggo tutte le licenze d’uso legittime per queste immagini. Per scelta etica, non le commercializzo né traggo profitto dalla loro vendita. L’utilizzo è consentito esclusivamente con attribuzione obbligatoria all’autore.

    I hold all legitimate usage rights for these images. By ethical choice, I do not commercialize or profit from their sale. Usage is permitted only with mandatory attribution to the author.