Categoria: ricerca

  • RESTI DIGITALI: ANTROPOLOGIA DELLA RESURREZIONE ARTIFICIALE

    Tecnologie della memoria e simulazione del lutto nell’era degli avatar

    Abstract

    L’articolo esamina il fenomeno emergente della replica digitale dei defunti attraverso avatar interattivi, chatbot commemorativi e deepfake post-mortem. Attraverso un’analisi comparativa che colloca queste pratiche contemporanee nella genealogia storica delle tecnologie del lutto – dalla fotografia post-mortem vittoriana alle registrazioni spiritiche – si indaga come la digitalizzazione abbia trasformato qualitativamente il rapporto con la morte.

    Questa riflessione si inserisce in un percorso di ricerca più ampio, avviato in precedenti contributi sull’uso simbolico della tecnologia nella costruzione del corpo artificiale e sulla memoria digitale come spazio di negoziazione affettiva. Tale percorso ha mostrato come la tecnica non si limiti a supportare funzioni pratiche, ma modelli profondamente anche le strutture emotive e culturali.

    L’indagine si concentra sulla transizione dalla conservazione passiva della memoria alla riattivazione interattiva del defunto, analizzando le implicazioni antropologiche, psicologiche ed etiche di questa svolta tecnologica. Emerge un paradosso centrale: mentre le tecnologie digitali promettono di preservare e rianimare i morti, rischiano di impedire l’elaborazione simbolica del lutto, creando una zona grigia tra presenza e assenza che sfida i meccanismi tradizionali di elaborazione della perdita.

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  • IL CORPO REPLICATO: ESTETICA, DESIDERIO E DOMINIO

    Nel mio percorso ho osservato come la percezione del corpo artificiale cambi in relazione al desiderio di controllo. Che si tratti di un androide, un avatar o di un volto ritoccato in clinica, le scelte estetiche non sono mai neutre: rivelano tensioni, aspirazioni, paure.

    Il corpo nell’epoca della sua riproducibilità tecnica

    Viviamo in un’epoca priva di certezze. Le crisi ambientali, politiche ed economiche hanno reso l’imprevisto una condizione cronica. In risposta, cerchiamo di standardizzare, prevedere, semplificare. Anche i corpi, oggi, devono diventare leggibili, dominabili. È qui che la tecnologia incontra il desiderio: nell’illusione di poter addomesticare la complessità attraverso la forma.

    Nel post Deformità Sintetica // Fragilità Umana ho introdotto il concetto di uncanny valley, che può aiutarci a decodificare anche alcune scelte estetiche inconsce.

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  • EGREGORI E AI: CONNESSIONI ESOTERICHE E FILOSOFICHE

    Nel linguaggio dell’esoterismo occidentale, il termine egregoro indica una forma-pensiero collettiva, capace di esistere come entità psichica autonoma, nutrita dall’energia mentale ed emotiva di un gruppo. Questa figura, ripresa dall’occultismo ottocentesco ma con radici nel mito degli “angeli vigilanti” del Libro di Enoch, rappresenta il potere del pensiero collettivo di materializzarsi in un simbolo vivo, che influenza a sua volta i suoi stessi creatori.

    “Un egregoro è una forza vivente, generata dal pensiero concorde di più uomini, che si nutre delle loro passioni e agisce come un essere reale, benché invisibile.”
    — Papus (Traité élémentaire de science occulte, 1893)

    Oggi, nel cuore della rivoluzione digitale, potremmo domandarci: le intelligenze artificiali stanno diventando i nostri nuovi egregori?

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  • MANICOMIO OGGI: MURI DIGITALI E SBARRE CHIMICHE

    Il manicomio è un trope con un fascino sinistro innegabile, ma ha ancora senso ambientarci una storia? Il manicomio oggi esiste in forma digitale e chimica.

    immagine generata con l’AI, in fondo le condizioni d’uso.
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  • SCIENZA, ESOTERISMO E MANICOMI: IL PUNTO DI SVOLTA DELLA MIA RICERCA

    L’Immersione nella Ricerca

    La ricerca è, senza dubbio, la fase che preferisco in ogni mio progetto artistico. È il momento in cui mi immergo senza limiti di tempo, perché so che è qui che avviene il vero cambiamento. C’è una me prima e una me dopo la ricerca: è un passaggio che arricchisce il mio pensiero, lo trasforma, mi costringe a creare nuove connessioni.

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  • CHATBOT, RICERCA E ANALISI DI INFORMAZIONI: EVITARE L’EFFETTO ORACOLO

    L’uso dei chatbot per la ricerca di informazioni presenta criticità, prima fra tutte: l’effetto oracolo, ovvero la capacità dell’IA di inventare risposte, con un’apparenza di certezza, anche quando non si basa su dati e documenti. Questo è rischioso in ambiti come la medicina, il diritto e la finanza, dove un errore può avere conseguenze reali.

    I chatbot non sono strumenti attendibili per diagnosi o terapie e sconsiglio di utilizzarli in tal senso, ma possono comunque rivelarsi utili in alcune fasi della nostra ricerca. Un progetto creativo su temi complessi come la psichiatria storica, come nel mio caso, può richiedere l’analisi di un’ingente quantità di documenti medici. Trovo utili i bot, ma con riserva di controllo.

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