Categoria: ricerca estetica

  • ARCHITETTURE DEL CAOS


    programmare l’imprevisto // esaltare l’imperfezione

    Incorporare la casualità nell’arte è stato un tema centrale in diversi movimenti artistici e filosofici. Ad esempio, il movimento Dada, attivo all’inizio del XX secolo, abbracciava il caso e l’imprevisto come elementi centrali del processo creativo. Anche i surrealisti, negli anni Venti, sfruttavano la casualità per esplorare l’inconscio, utilizzando tecniche come il disegno e la scrittura automatica, permettendo a pensieri e immagini casuali di emergere senza controllo razionale.

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  • SCIENZA, ESOTERISMO E MANICOMI: IL PUNTO DI SVOLTA DELLA MIA RICERCA

    L’Immersione nella Ricerca

    La ricerca è, senza dubbio, la fase che preferisco in ogni mio progetto artistico. È il momento in cui mi immergo senza limiti di tempo, perché so che è qui che avviene il vero cambiamento. C’è una me prima e una me dopo la ricerca: è un passaggio che arricchisce il mio pensiero, lo trasforma, mi costringe a creare nuove connessioni.

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  • PULIZIA TEMATICA: COSA HO DECISO DI LASCIAR PERDERE

    Quando ho iniziato a lavorare a questo progetto, i temi su cui volevo portare l’attenzione erano vari. Per evitare sovraccarichi tematici ho fatto delle rinunce. Una di queste riguardava la scarsità di risorse future.

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  • LA GRANDE MAGIA DELLA PERCEZIONE

    il Manicomio dei Robot – la mente nell’epoca della sua riproducibilità tecnica

    TRA GUASTO TECNICO E PSICHE

    Tra fine agosto e inizio settembre continuavo a girare attorno al parallelismo tra guasto tecnico e malattia mentale. Non avevo ancora deciso quale mezzo di espressione usare, ma la ricerca si faceva sempre più interessante. Stava prendendo forma l’idea bislacca di creare una narrazione immersiva, multimediale e interattiva. Erano settimane in cui era ancora hype il metaverso, e un contenuto ad hoc non lo escludevo come possibilità.

    La metafora dell’automa non era ancora chiara e ben gestita. Qui il manicomio si era imposto come scenografia principale, con tutto il suo orrore, nonostante fossero robot a prendere coscienza e a essere internati.

    Ero ancora immersa nella fase precedente, ricamando insieme scelte stilistiche errate e archetipi inadatti. Avevo chiari i conflitti—senza di essi non esiste narrazione, qualunque sia il mezzo espressivo scelto. A distanza di mesi, confermo quasi tutte le scelte fatte in tal senso.

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  • PIGMALIONE E GALATEA NEL LOOP DELLA CREAZIONE

    La mia Galatea con Pigmalione fotografati dall’AI un attimo prima dell’archviazione

    A metà luglio ero immersa nei miei file. In questa fase di isolamento il chatbot è stato fondamentale per organizzare le idee che vomitavo, ma detestavo la coltre di diplomazia con cui condiva il suo ruolo di mero organizzatore. È stato come avere uno stagista servile e lecchino, ma servizievole e quasi gratuito.

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  • AI, MOODBOARD E SELEZIONE CREATIVA: PERCHÉ CESTINARE È ESSENZIALE

    Una regola che mi sono imposta quando ho integrato l’intelligenza artificiale nel mio lavoro è utilizzarla solo in campi in cui ho maggiore competenza. Bisogna stare molto attenti a non conferire un potere esoterico. Non è tecnicamente infallibile e non ha poteri magici.

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