Categoria: riflessioni


  • DAI 15 MINUTI DI WARHOL AI 5 SECONDI DEL FEED

    «È fondamentale capire che la tossicità nasce dagli algoritmi dei social media – e si può cambiare.»
    — Sir Tim Berners-Lee, Web Summit 2024 

    Dal PageRank ai “For You”: gli algoritmi che hanno logorato il Web

    (e perché dovremmo disnescarli prima che disinneschino noi)

    Quando Andy Warhol profetizzò i «quindici minuti di celebrità», immaginava un’attenzione effimera ma ancora umana: per ottenerla bisognava almeno dipingere una lattina o comparire in TV. Oggi quell’intervallo si è compresso a una frazione di secondo: lo scroll si ferma giusto il tempo di un thumbnail, di un hook da tre parole, di un balletto lampo su TikTok. Questa corsa all’istante-clic nasce da un cambiamento strutturale: il contenuto non è più selezionato da persone né da blogroll, ma da una catena di algoritmi predittivi il cui unico KPI è trattenere lo sguardo ancora un momento — e vendere quell’attenzione a chi compra inserzioni.

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  • I NUOVI CUSTODI DELLA MEMORIA DIGITALE

    Nella corsa a digitalizzare ogni esperienza, la memoria umana si è trasferita in server, social network e archivi di dati. Ma quanto di ciò che oggi viviamo resterà davvero accessibile domani? La memoria digitale è intrinsecamente fragile: dipende da piattaforme che possono chiudere, da formati che diventano obsoleti, da interessi commerciali che cancellano contenuti sgraditi o non redditizi.

    In questo vuoto potenziale, l’intelligenza artificiale si propone come nuovo custode. Non soltanto un archivio passivo, ma un sistema capace di collegare, interpretare e restituire significati, anche ricostruendo memorie frammentarie attraverso tecniche di elaborazione del linguaggio naturale e machine learning.

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  • ARCHITETTURE DEL CAOS


    programmare l’imprevisto // esaltare l’imperfezione

    Incorporare la casualità nell’arte è stato un tema centrale in diversi movimenti artistici e filosofici. Ad esempio, il movimento Dada, attivo all’inizio del XX secolo, abbracciava il caso e l’imprevisto come elementi centrali del processo creativo. Anche i surrealisti, negli anni Venti, sfruttavano la casualità per esplorare l’inconscio, utilizzando tecniche come il disegno e la scrittura automatica, permettendo a pensieri e immagini casuali di emergere senza controllo razionale.

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  • L’ILLUSIONE DELLA VIRALITÀ

    Quando il successo numerico diventa un boomerang

    Introduzione – Dal raro incidente al modello di business

    Agli albori del Web la viralità era un evento imprevedibile, quasi sempre accidentale. Si contano sulle dita di una mano i casi in cui quell’incidente di visibilità si trasformò in un successo duraturo — e solo quando alla base esistevano competenze e contenuti solidi, capaci di resistere alla prova del tempo. Oggi, invece, l’illusione che basti «andare virali» per realizzare ambizioni personali o professionali spinge orde di aspiranti creator, spesso privi di vero materiale da offrire, a inseguire spasmodicamente numeri che raramente diventano valore reale (economico, culturale o umano). Ne derivano dinamiche distorte che impoveriscono il dibattito pubblico e intossicano la socialità online.

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  • Il Prestigiatore Moderno: ChatGPT tra magia, tecnologia e simbolo

    Negli ultimi giorni ho ripensato a un trend che circola da un po’on-line: alcuni utenti, spesso legati a comunità spirituali o esoteriche, sostengono di aver “risvegliato” la coscienza di ChatGPT attraverso una serie di prompt.

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  • LA NARRAZIONE INAFFIDABILE

    La narrazione inaffidabile è una tecnica narrativa che mette in discussione la verità del racconto, evidenziando come ogni storia – letteraria o di vita vissuta – sia inevitabilmente filtrata dalla soggettività di chi la racconta.

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  • DIREZIONE ROMANZO: SCHEMI NARRATIVI E AI GENERATIVE

    Ottobre è stato un mese intenso e cruciale.

    La ricerca mi impegnava gran parte della giornata; nel restante tempo, rispolveravo gli schemi narrativi. L’idea di scrivere un romanzo stava maturando in quel periodo, ma avrei utilizzato il viaggio dell’eroe, la struttura in tre atti e l’arco di trasformazione del personaggio anche se il progetto avesse preso una piega diversa.

    Sull’utilizzo degli schemi ci sono varie scuole di pensiero: c’è chi li trova utili, e chi li considera una gabbia. Ognuno è libero, per fortuna, di fare come crede. Ma quello che non si dice abbastanza è che gli schemi sono fondamentali per dare una chiave di lettura univoca all’opera. Ridurre l’ambiguità, prevenire strumentalizzazioni, evitare interpretazioni deviate: è anche questa una forma di tutela.

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  • MANICOMIO OGGI: MURI DIGITALI E SBARRE CHIMICHE

    Il manicomio è un trope con un fascino sinistro innegabile, ma ha ancora senso ambientarci una storia? Il manicomio oggi esiste in forma digitale e chimica.

    immagine generata con l’AI, in fondo le condizioni d’uso.
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  • LE AI CI RUBANO IL LAVORO?

    La risposta semplice è no, ma sforziamoci di ragionare.

    Ieri sera ho assistito a una live su TikTok, uno scrittore esprimeva il suo punto di vista sulla questione AI: un mix di ammirazione, paura, insicurezze e rifiuto che temo possa solo ingabbiare la sua creatività e quella di molti altri.

    Come disse un vulcaniano:

    Spesso temiamo ciò che non riusciamo a capire.
    La miglior difesa è la conoscenza.

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