«È fondamentale capire che la tossicità nasce dagli algoritmi dei social media – e si può cambiare.»
— Sir Tim Berners-Lee, Web Summit 2024
Dal PageRank ai “For You”: gli algoritmi che hanno logorato il Web
(e perché dovremmo disnescarli prima che disinneschino noi)
Quando Andy Warhol profetizzò i «quindici minuti di celebrità», immaginava un’attenzione effimera ma ancora umana: per ottenerla bisognava almeno dipingere una lattina o comparire in TV. Oggi quell’intervallo si è compresso a una frazione di secondo: lo scroll si ferma giusto il tempo di un thumbnail, di un hook da tre parole, di un balletto lampo su TikTok. Questa corsa all’istante-clic nasce da un cambiamento strutturale: il contenuto non è più selezionato da persone né da blogroll, ma da una catena di algoritmi predittivi il cui unico KPI è trattenere lo sguardo ancora un momento — e vendere quell’attenzione a chi compra inserzioni.
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