Categoria: tecnocrazia

  • L’ERA DELLA CROCIFISSIONE DIGITALE

    Vite private violate per lo spettacolo pubblico

    Il caso della Kiss Cam al concerto dei Coldplay

    Un gesto privato — non innocente, ma nemmeno di rilevanza pubblica — diventa evento virale in quarantotto ore. Due persone riprese contro la loro volontà durante un concerto. Il cantante, con leggerezza, li espone dal palco. Il web li processa senza appello.

    Identità, figli, azienda, dinamiche finanziarie: ogni frammento della loro esistenza viene scandagliato, condiviso, giudicato da milioni di perfetti sconosciuti.

    In settantadue ore: commenti feroci, articoli morbosi, profili violati, famiglie coinvolte. L’efficienza della macchina del fango supera quella di qualsiasi tribunale.

    Qui non ci interessa il tradimento. Ci interessa il meccanismo che trasforma il pubblico in giuria popolare e il dato personale in un’arma.

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  • MUSICA, GUERRA E POTERE: “DON’T DANCE TO THEIR TUNE”

    Il 24 giugno 2025, i Massive Attack pubblicano su Instagram un post che più che una dichiarazione sembra un atto di resistenza culturale:

    “Behind the VIP shop windows, out the back, are sweatshops of fossil fuel & war machine $. Don’t dance to their tune.”

    Una frase che non si limita a denunciare. Si incide addosso, e costringe a chiedersi: chi suona davvero la musica su cui balliamo? [post]

    I Festival come Vetrina del Capitale

    I Massive Attack denunciano una verità spesso ignorata: i festival musicali non sono più spazi neutri o liberi. Sono territori colonizzati da interessi economici, in particolare:

    • Barclays, sponsor di festival come Latitude e Download Festival, è tra le banche più attivamente coinvolte nel finanziamento dell’industria bellica israeliana secondo ricerche BDS.
    • Molti festival sono controllati da fondi di private equity (es. Superstruct Entertainment, legata al fondo KKR), che puntano più alla scalabilità commerciale che all’espressione artistica.

    Dietro le quinte della musica, la guerra e il fossile pagano il palco. Le arene non sono più luoghi di rottura, ma showroom.

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  • USARE E CRITICARE: IL PARADOSSO APPARENTE DELL’ETÀ TECNICA

    Questo post è una premessa importante per comprendere il mio metodo critico. C’è una fastidiosa tendenza, oggi, a squalificare ogni forma di dissenso verso la tecnocrazia con la logica spiccia del “e però lo dici da un iPhone”.

    Come se il fatto di usare un mezzo impedisse di criticarne le logiche, come se la lucidità potesse solo esistere fuori dal sistema. Ma chi ragiona così confonde la coerenza con la rinuncia, e la critica con l’ascetismo.

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  • FRANCESCA ALBANESE: IL PREZZO DELLA VERITÀ NELL’ERA TECNOCRATICA

    Sarei ipocrita se negassi l’importanza che hanno avuto i social network nella mia vita, ma non smetterò mai di denunciare lo strumento di potere che sono diventati. Ricordo ancora il senso di solitudine dopo lo scandalo Cambridge Analytica, quella sensazione di essere immersa in una degenerazione di cui nessuno sembra rendersi conto, che nel 2019 mi ha portato a chiudere tutti i miei profili social. Da mezzo di autodeterminazione e connessione, internet si era trasformato in teatro di gogne mediatiche, propaganda algoritmica e manipolazione emotiva. La deriva tecnocratica di cui parlavo per spiegare le ragioni dietro la mia scelta è ora palese, coinvolge tutti e non può essere ignorata.

    Il caso di Francesca Albanese rappresenta l’ennesima conferma che non si tratta di semplici “problemi dei social media”, ma di un sistema di potere che utilizza la tecnologia per silenziare voci critiche e proteggere interessi consolidati.

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  • IL CORPO REPLICATO: ESTETICA, DESIDERIO E DOMINIO

    Nel mio percorso ho osservato come la percezione del corpo artificiale cambi in relazione al desiderio di controllo. Che si tratti di un androide, un avatar o di un volto ritoccato in clinica, le scelte estetiche non sono mai neutre: rivelano tensioni, aspirazioni, paure.

    Il corpo nell’epoca della sua riproducibilità tecnica

    Viviamo in un’epoca priva di certezze. Le crisi ambientali, politiche ed economiche hanno reso l’imprevisto una condizione cronica. In risposta, cerchiamo di standardizzare, prevedere, semplificare. Anche i corpi, oggi, devono diventare leggibili, dominabili. È qui che la tecnologia incontra il desiderio: nell’illusione di poter addomesticare la complessità attraverso la forma.

    Nel post Deformità Sintetica // Fragilità Umana ho introdotto il concetto di uncanny valley, che può aiutarci a decodificare anche alcune scelte estetiche inconsce.

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  • DEFORMITÀ SINTETICA // FRAGILITÀ UMANA

    l’abominio artificiale: L’urgenza del presente

    Negli ultimi tempi sono in corsa contro il tempo. Con l’arrivo di modelli di generazione video sempre più realistici, come Veo 3, sento il bisogno di produrre il maggior numero di contenuti adesso, in questa breve finestra di sperimentazione. Perché questa estetica, fatta di errori, corpi deformi, movimenti sbagliati, rappresenta per me la forma più immediata, cruda e sincera di espressione del dolore dei nostri tempi.

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  • BYTEDANCE LTD. IL DEMONE SCANSONATO CHE SI NUTRE DI ATTENZIONE E CREATIVITÀ

    Come la casa madre di TikTok e CapCut trasforma i vostri contenuti in valore per sé

    Negli ultimi tempi, molti creativi hanno manifestato indignazione di fronte all’uso dei loro contenuti per l’addestramento delle intelligenze artificiali, sentendosi giustamente defraudati della propria creatività. Eppure, in questo scenario di crescente attenzione ai diritti d’autore nell’ambito dell’AI, emerge un curioso paradosso: gli stessi creativi che difendono con forza la propria proprietà intellettuale spesso utilizzano con leggerezza piattaforme come CapCut, che acquisiscono diritti molto ampi e potenzialmente invasivi sui loro contenuti. Mentre il dibattito sull’addestramento delle AI continua ad accendere discussioni e polemiche, l’utilizzo di strumenti che, di fatto, permettono un’appropriazione su larga scala di immagini, voci e volti, passa spesso inosservato.

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