Il 24 giugno 2025, i Massive Attack pubblicano su Instagram un post che più che una dichiarazione sembra un atto di resistenza culturale:
“Behind the VIP shop windows, out the back, are sweatshops of fossil fuel & war machine $. Don’t dance to their tune.”
Una frase che non si limita a denunciare. Si incide addosso, e costringe a chiedersi: chi suona davvero la musica su cui balliamo? [post]
I Festival come Vetrina del Capitale
I Massive Attack denunciano una verità spesso ignorata: i festival musicali non sono più spazi neutri o liberi. Sono territori colonizzati da interessi economici, in particolare:
- Barclays, sponsor di festival come Latitude e Download Festival, è tra le banche più attivamente coinvolte nel finanziamento dell’industria bellica israeliana secondo ricerche BDS.
- Molti festival sono controllati da fondi di private equity (es. Superstruct Entertainment, legata al fondo KKR), che puntano più alla scalabilità commerciale che all’espressione artistica.
Dietro le quinte della musica, la guerra e il fossile pagano il palco. Le arene non sono più luoghi di rottura, ma showroom.
Spotify e l’IA Militare: L’Algoritmo dell’Assurdo
Nel giugno 2025, Daniel Ek (fondatore di Spotify) ha annunciato un investimento da €600 milioni nella startup Helsing, portando la sua valutazione a €12 miliardi. Helsing sviluppa intelligenze artificiali per uso militare, incluso:
- Sistemi autonomi per il riconoscimento e la prioritizzazione di bersagli.
- Supporto operativo a droni e infrastrutture NATO.
Fonti: Reuters, The Fader, TechCrunch.
Chi ascolta una canzone pacifista su Spotify, potrebbe finanziare involontariamente un algoritmo che calcola obiettivi militari.
Caso emblematico: Deerhoof
- La band Deerhoof ha ritirato la propria musica da Spotify dichiarando: “We don’t want our music killing people”.
- L’associazione UMAW ha denunciato Spotify per “complicità tecnologica nella guerra”.
Due Fronti, Un Solo Sistema
I due casi non sono incidenti isolati. Sono segni di un ecosistema culturale compromesso. La musica è oggi:
- distribuita da piattaforme che investono in guerra;
- eseguita in luoghi finanziati da chi sfrutta il pianeta;
- consumata in modo passivo, algoritmico, e spesso inconsapevole.
La cultura non è più neutra: o partecipa al sistema o lo mette in discussione.
È Possibile una Musica Libera?
La risposta non è semplice. Serve riconoscere la complessità:
- Nessuna piattaforma è completamente “pulita”.
- Molti artisti dipendono da queste strutture per sopravvivere.
Ma la denuncia è un primo passo. E con essa, anche l’immaginazione di alternative.
Esempi di resistenza:
- Resonate: piattaforma cooperativa di streaming con governance condivisa tra artisti e ascoltatori. Utilizza il modello “stream2own”, dove più ascolti un brano, più ti avvicini a possederlo, generando entrate progressive per l’artista.
- Resonance FM: radio indipendente londinese fondata nel 1998, che ospita contenuti sperimentali, culturali e musicali fuori dal circuito commerciale, sostenuta da volontari e donazioni.
Precedenti Storici di Tensione tra Musica e Potere
- Germania nazista: la Reichsmusikkammer imponeva un controllo totale sulla musica, bandendo artisti considerati “degenerati”.
- ASCAP boycott (1941): sciopero delle radio contro le royalty, esempio di conflitto tra potere culturale e controllo economico.
- Rock the Vote (anni ’90): campagna politica supportata dall’industria musicale per mobilitare il voto giovanile, nata in risposta a leggi censorie.
Gradazioni di Responsabilità
Livello | Descrizione |
---|---|
Complicità silente | Utilizzare piattaforme compromesse senza porre domande. |
Dissenso simbolico | Ritirare musica o criticare pubblicamente il sistema. |
Resistenza attiva | Sostenere o creare circuiti alternativi, informare il pubblico, promuovere trasparenza. |
Guida Pratica per Artisti e Ascoltatori
- Usa Resonate o piattaforme simili per sostenere modelli equi.
- Acquista direttamente da Bandcamp o dai siti degli artisti.
- Chiedi trasparenza ai festival: informati su sponsor e finanziatori.
- Supporta radio indipendenti come Resonance FM, NTS, Cashmere.
- Condividi consapevolmente: diffondi contenuti critici e alternativi.
Conclusione: Non Ballare, Crea
“Don’t dance to their tune.”
Non è un invito al silenzio, ma alla creazione autonoma.
A uscire dal flusso automatico.
A suonare un altro tempo.La musica può ancora essere politica, se torniamo ad ascoltarla davvero.