
visioni tra architettura e immaginario
“The future depends on the decisions we make today. If we continue as we are, the outcome is predictable. But if we begin to design the future, we can make it happen.”
— Jacque Fresco, The Venus Project
Quando parlo di retro-futurismo, intendo più l’attitudine culturale del secolo scorso che una corrente artistica contemporanea. Si tratta di una visione ottimista del futuro, capace di trasformare le inquietudini scientifiche in slanci immaginativi. A partire dal secondo dopoguerra, le paure legate al progresso tecnologico non bloccano la creatività: al contrario, diventano terreno fertile per nuove narrazioni e progetti.
Una delle ansie più ricorrenti era il sovrappopolamento. Negli anni ’50 e ’60, invece di invocare soluzioni malthusiane, si guardava all’espansione dell’habitat umano come risposta plausibile. Colonizzare era la parola chiave – non solo pianeti remoti, ma anche spazi inaccessibili della Terra, come il fondo degli oceani. L’idea di vivere nel mare divenne tema ricorrente nell’architettura speculativa, nella fantascienza e nei media divulgativi.

Architettura sommersa
Per costruire città subacquee non bastano palombari e cemento. La soluzione proposta da molti progettisti passava per l’automazione spinta: robot operai, megastrutture gonfiabili, metalli a memoria di forma, moduli abitativi prefabbricati da assemblare in situ. L’architetto e futurologo Jacque Fresco dedicò buona parte del suo lavoro a queste ipotesi, immaginando insediamenti marini autosufficienti e interconnessi, molto distanti dall’utopia ingenua.
L’incredibile casa in fondo al mare
Un esempio interessante di come questa immaginazione si sia tradotta in cultura pop è Hello Down There (titolo italiano: L’incredibile casa in fondo al mare), film commedia del 1969 diretto da Jack Arnold, noto per Il mostro della laguna nera (1954). Il tono è leggero, persino farsesco, ma riflette il clima di quegli anni, in cui l’abitare il mare sembrava un’eventualità concreta, quasi inevitabile.
“A lavish pilot for a TV series that never happened, disguised as a pop musical about a family living in a groovy undersea house.”
— The Spinning Image
“They’ve got food, power, air, music… and a teenage rock band at 90 feet below the surface.”
— Hello Down There, promotional tagline