Nel 1725 Basile Bouchon inventò il programma inteso come successione di istruzioni preordinate. Bouchon era un tessitore di Lione a cui venne la brillante idea di “programmare” i telai attraverso l’uso delle scede forate.
Nel 1774, Philipp-Matthaus Hahn ha progettato, realizzato e venduto una serie di macchine capaci di svolgere le quattro operazioni aritmetiche. Tecnicamente somiglia molto alla macchina di Leibniz, mentre la forma circolare ricorda quella di Leupold.
L’ingegnere tedesco Helfrich Johann Müller (1746-1830) è una figura molto interessante nel mondo dei calcolatori meccanici. Il suo progetto era quello di costruire una macchina differenziale quasi 40 anni prima di Babbage. Mi dilungherò più del solito su di lui, visto che non ci sono altre pagine in italiano a lui dedicate.
Tra il 1768 e il 1774 l’orologiaio Pierre Jaquet-Droz e il figlio Henry Louis costruiscono tre automi. Questi sofisticati congegni furono progettati come giocattoli di intrattenimento per i nobili. I tre automi hanno divertito e affascinato le corti Europee di: Parigi, Bruxelles, Londra, Kazan, Madrid, Austria, Germania, Danimarca al fine di promuovere le vendite degli orologi dai Jaquet-Droz.
Nel 1727, appena dopo la morte di Jacob Leupold, venne pubblicato l’ottavo volume della sua enciclopedia Theatrum Machinarum.
Questo volume, intitolato Theatrum arithmetico-geometricum, è la migliore opera illustrata sul calcolo pubblicata nel Settecento. Descrive e illustra i dispositivi di calcolo.
L’ italiano Giovanni Poleni nella sua opera intitolata “Miscellanea” del 1709, descrive una macchina calcolatrice. Il meccanismo era concepito per compiere le quattro operazioni aritmetiche, su numeri di massimo 3 cifre.
“Avendo più volte inteso, sia dalla viva voce, sia dagli scritti degli uomini eruditi che sono state realizzate dalla perspicacia e dalla cura dell’illustrissimo Pascal e di Leibniz due macchine aritmetiche che servono per la moltiplicazione, delle quali non conosco la descrizione del meccanismo e non so se essa sia stata resa manifesta, ho desiderato: e di indovinare col pensiero e la riflessione la loro costruzione, e di costruirne una nuova che attuasse lo stesso scopo.”