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  • la Macchina di Burattini

    burattini

    Questa calcolatrice costruita da Tito Livio Burattini nel 1658 è nota per esser stata donata a Ferdinando II de’ Medici, ma anche per il mistero relativo alla sua veridicità. L’ideatore, per progettare la sua macchina da calcolo, fece tesoro di tutte quelle precedentemente sviluppate. Il meccanismo si presenta in una veste molto elegante e con una combinazione di soluzioni adottate da Blaise Pascal e Nepero

    Si dice che la macchina ospitata presso da I.M.S.S. (FI) non sia quella realizzata da Burattini, ma la cui paternità risalirebbe a un’altro scienziato italiano del tutto sconosciuto.

    “è un addizionatore monetario del tipo che Samuel Morland (1625-1695) costruì a Londra nel 1673 e descrisse in un opuscolo”  

    Hénin

    Infatti la macchina esposta al Museo Galileo di Firenze è configurata per compiere operazioni di conversione tra valute, incoerente con i progetti di Tito Livio Burattini.

    Scopri tutta la storia dei calcolatori meccanici.

  • la Macchina Aritmetica di Giovanni Poleni

    L’ italiano Giovanni Poleni  nella sua opera intitolata “Miscellanea” del 1709, descrive una macchina calcolatrice. Il meccanismo era concepito per compiere le quattro operazioni aritmetiche, su numeri di massimo 3 cifre.

    “Avendo più volte inteso, sia dalla viva voce, sia dagli scritti degli uomini eruditi che sono state realizzate dalla perspicacia e dalla cura dell’illustrissimo Pascal e di Leibniz due macchine aritmetiche che servono per la moltiplicazione, delle quali non conosco la descrizione del meccanismo e non so se essa sia stata resa manifesta, ho desiderato: e di indovinare col pensiero e la riflessione la loro costruzione, e di costruirne una nuova che attuasse lo stesso scopo.”

    Giovanni Poleni

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