Una fotografia di una donna che ascoltava il “telepathovox”, scattata da un fotografo sconosciuto per il quotidiano Daily Herald il 17 agosto 1935. Esposto allo stand Marconiphone alla mostra Radiolympia tenutasi a Olympia, Londra, il dispositivo è stato descritto come
Una macchina straordinaria che risponde alle domande in modo inquietante.
Bentrovati adorabili perditempo, anche oggi non avete di meglio da fare che leggere questo blog! Anche oggi ho un valido motivo per preferire i robot alle persone, ma questo non impedirà di accogliervi con cura. Ho letto dei commenti carichi di entusiasmo, totalmente inaspettati. Anche il MySpace abbinato al blog sta raccogliendo più consensi del dovuto (circa 4000 amici in pochi giorni).
Conoscete Marshall McLuhan? Di sicuro avrete sentito parlare di Villaggio Globale. McLuhan ha espresso delle opinioni molto chiare sui media, nello specifico si riferiva alla televisione, ma possiamo declinare lo stesso pensiero anche al web.
Blogger, Splinder, Myspace, Fotolog, Youtube ecc.. Sono tutte aziende private. In questo momento sto scrivendo un mio pensiero, convinta di farlo gratuitamente e a una platea immensa. In realtà il prezzo che sto pagando è altissimo.
Un saluto dalla scema del villaggio…(globale).
Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un’azienda privata o dare in monopolio a una società l’atmosfera terrestre
Dammi una lametta che mi taglio le vene (Plop, plop, plop, plop, plop, plop, plop, plop) Diventa bieca questa notte da falene (Plop, plop, plop, plop, plop, plop, plop, plop) Promette bene, sì, promette tanto bene Ma (Gimme, gimme, gimme!) Ma (Gimme, gimme, gimme!) Ma (Gimme, gimme, gimme!) Ma dammi una lametta che mi taglio le vene