AUTOBOOT | NAVIGATION MODULE LITE

Fairlight CMI

Nel 1979 gli australiani Peter Vogel e Kim Ryrie lanciarono il Fairlight CMI (Computer Musical Instrument), la prima vera workstation musicale digitale: uno strumento rivoluzionario che integrava, per la prima volta, sintesi, sequenziamento e campionamento in un unico sistema interattivo.

Basato su un prototipo Qasar M8, utilizzava due microprocessori Motorola 6800 e un’interfaccia con penna ottica, anticipando concetti simili agli attuali touchscreen  .

Tecnologia e versioni principali

  • Series I (1979–1982): 8-bit campionamento a 16 kHz, controllo via penna ottica, RAM limitata. Nonostante i limiti tecnici, stupì l’industria con un suono più reale della sintesi pura  .
  • Series II (1982): miglioramento a 32 kHz, introduzione del famoso sequencer Page R, che democratizzò la composizione elettronica  .
  • Series IIx (1983): aggiunta di MIDI e SMPTE, utile per sincronizzazione audio/video  .
  • Series III (1985+): qualità CD (16-bit, 50 kHz stereo), maggiore memoria e sequencer CAPS (Composer-Arranger-Performer-Sequencer)  .

Impatto sui musicisti e la cultura pop

Adottato da artisti visionari, il Fairlight divenne sinonimo di innovazione: Kate Bush, Peter Gabriel, Herbie Hancock, Jean-Michel Jarre, Stevie Wonder, U2 e molti altri ne sperimentarono le potenzialità sonore  .

L’“orchestra hit”, celeberrimo sample orchestrale, emblema degli anni ’80, fu diffuso proprio tramite il CMI con il preset “ORCH5”  .

Nel 1983, Herbie Hancock lo presentò perfino in un episodio di Sesame Street, mostrando la manipolazione grafica del suono e la riproduzione multitimbrica  .

Eredità e declino

Il Fairlight ha aperto la via al concetto di campionamento digitale e workstation musicali integrati, che oggi consideriamo scontati  .

Il suo costo elevato e l’arrivo di samplers più economici (Emulator, Akai, Ensoniq) resero il CMI presto insostenibile sul mercato. La società Fairlight dichiarò bancarotta nonostante il suo status iconico  .

Perché è importante oggi

Il Fairlight CMI fu più di uno strumento: fu un punto di svolta tecnico e creativo. Permise di manipolare il suono in tempo reale, visualizzarlo, sequenziarlo e campionarlo in un modo fino ad allora impossibile  .

Il suo impatto riecheggia nel moderno audio digitale — dai DAW alle interfacce grafiche intuitive — e la sua eredità vive nei plug‑in che ne emulano il suono e l’estetica.

Fonti principali:

  • Storia, tecnologia e versioni ⇒ Wikipedia + organology 
  • Impatto musicale e musicisti coinvolti ⇒ Wikipedia italiano 
  • Sequencer Page R e interfaccia grafica ⇒ musica digitale 
  • Esempi culturali (Hancock, orchestra hit) ⇒ Wired / Music history 
  • Storia e ideologia ⇒ Australian Museum / Fairlight retrospective 

, , , ,