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Houdini contro gli spiriti

il mago che sfidò i medium

Negli anni Venti, mentre lo spiritismo guadagnava sempre più adepti in un’epoca segnata dal lutto e dal desiderio di comunicare con l’aldilà, Harry Houdini – celebre escapologo e illusionista – intraprese una battaglia personale contro i medium fraudolenti.

Pur avendo inizialmente sperato di trovare prove di vita oltre la morte, soprattutto dopo la perdita della madre, Houdini si convinse che la maggior parte delle sedute spiritiche fossero puro inganno. Usando le sue conoscenze da illusionista, iniziò a smascherare pubblicamente i trucchi usati da molti medium: tavoli che levitavano grazie a fili nascosti, voci ectoplasmatiche prodotte con trombe invisibili, mani di cartapesta immerse nell’oscurità.

Il suo attacco più noto fu rivolto a Mina “Margery” Crandon, medium molto popolare a Boston. Houdini la smascherò in diretta durante una seduta organizzata dal comitato scientifico del Scientific American, rivelando l’uso di un righello per far suonare le campane “spirituali”.

Nonostante l’amicizia iniziale con Arthur Conan Doyle, fervente spiritista, i due finirono per scontrarsi aspramente. Doyle lo accusò di avere poteri medianici inconsci e di non volerlo ammettere, mentre Houdini continuò a insistere: «Tutti i miei trucchi sono spiegabili. Quello che fanno i medium, lo faccio anch’io – ma io lo dichiaro.»

Houdini morì nel 1926, lasciando alla moglie Bess una parola-segreta da usare per tentare una comunicazione dall’aldilà. Nessuno riuscì mai a pronunciarla correttamente.

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