Sir Timothy John Berners-Lee è l’informatico britannico che ha inventato il World Wide Web. Questa è storia di un visionario che ha regalato al mondo la sua invenzione, senza brevetti né compensi, e che oggi combatte per salvare la sua creatura dalla deriva verso una “distopia digitale”.
Nato l’8 giugno 1955 in un sobborgo di Londra da una coppia di matematici che lavoravano al Ferranti Mark 1, uno dei primi computer commerciali della storia, Tim respirò fin da bambino l’aria dell’informatica nascente. Ma quello che lo rende speciale non è solo il genio tecnico: è nato nello stesso anno di Bill Gates e Steve Jobs, ma a differenza loro ha condiviso gratuitamente la sua invenzione nel 1993, cambiando per sempre la storia dell’umanità.
Il Momento che Cambiò Tutto: CERN, 1989
Il 12 marzo 1989, Tim Berners-Lee presentò al suo supervisore al CERN di Ginevra un documento intitolato “Information Management: A Proposal”. La reazione? “Vago, ma interessante” fu il commento di Mike Sendall, che però gli diede il via libera per approfondire il progetto.
La frustrazione che lo spinse all’azione era concreta: ricordava come a ogni meeting ogni documento dovesse essere stampato o copiato su disco e trasmesso a un altro computer, e quello che più lo irritava era la mancanza di interoperabilità tra sistemi.
Nel dicembre 1991, Berners-Lee pubblicò la prima pagina web per gli utenti del CERN, e l’anno successivo distribuì gratuitamente il suo software. Nel 1991 nacque il primo sito web della storia: info.cern.ch, con una pagina che conteneva informazioni sul progetto WWW e spiegava come creare una propria pagina web.
A lui si devono la prima versione di HTML, la definizione di URL e quella di HTTP, il protocollo di trasferimento d’informazioni sul web.

La Decisione Rivoluzionaria: Regalare il Web al Mondo
Tim era convinto che la sua invenzione dovesse appartenere a tutti, essere pubblica, libera e gratuita:
Il web è più una creazione sociale che tecnica. L’ho progettato con uno scopo sociale: aiutare la gente a lavorare insieme.
Nell’aprile del 1993 il CERN rilasciò un documento pubblico nel quale rinunciava a qualsiasi diritto, rendendo di fatto Internet accessibile a tutti. Una scelta che nessun altro gigante della tecnologia avrebbe mai fatto. La sua adozione su larga scala ha trasformato l’umanità nella prima specie digitale che vive e lavora online.
Nel 2016 è stato insignito del premio Turing, considerato il Nobel dell’informatica, per l’invenzione del World Wide Web, del primo browser e dei protocolli e algoritmi fondamentali che consentono al web di funzionare.
L’Allarme: “Il Web Non È Più Libero”
Ma oggi, a 35 anni dalla sua invenzione, Berners-Lee guarda preoccupato alla sua creazione: “Oggi il web non è più libero. Vediamo una manciata di grandi piattaforme che raccolgono i dati privati degli utenti per condividerli con broker commerciali o persino con governi repressivi”.
In una lettera online del 2024, ha dichiarato che il WWW è stato creato per essere “un tool per dare potere all’umanità”, ma che nell’ultimo decennio “invece di incarnare questi valori, il web ha contribuito a eroderli”.
Vediamo algoritmi onnipresenti che creano dipendenza per natura e sono dannosi per la salute mentale dei nostri adolescenti. Su molte piattaforme non siamo più i clienti, ma siamo diventati il prodotto
Solid: La Rivoluzione per Riprendere il Controllo
Berners-Lee ha ideato un sistema chiamato Solid per permettere agli utenti di avere il controllo dei propri dati. Presso la sua startup Inrupt e con il supporto del MIT, sta guidando lo sviluppo di Solid, un progetto open-source progettato per restituire il controllo dei dati agli utenti.
Solid dà a una persona la possibilità di accedere con il proprio ID personale tramite un “Pod” dove può archiviare i propri dati privati e accedervi facilmente, come una chiave o un ID digitale tenuto al sicuro. In questo nuovo sistema, i dati degli utenti sono archiviati in repository online gestiti indipendentemente chiamati Pod (Personal Online Data Store), con accesso protetto da autenticazione multi-fattore, assicurando che gli utenti, non le corporation, decidano chi può vedere o utilizzare le loro informazioni personali.
Il Nuovo Appello: Un CERN per l’Intelligenza Artificiale
Il 29 settembre 2025, durante un evento a Roma, Tim Berners-Lee ha lanciato un forte monito riguardo la libertà in rete e il futuro dell’intelligenza artificiale, proponendo di fondare un ente no-profit internazionale simile al CERN per la fisica, che promuova la ricerca indipendente e trasparente sull’IA.
Secondo Berners-Lee, è difficile immaginare che i colossi tecnologici rinuncino a profitti miliardari come fece il CERN con il web, ed ecco perché propone la creazione di un ente internazionale no-profit capace di coordinare la ricerca sull’IA al di là degli interessi commerciali.
L’appello arriva in un contesto in cui premi Nobel e ricercatori hanno chiesto alle Nazioni Unite di fissare entro il 2026 linee rosse per limitare gli usi pericolosi dell’IA, mentre i giganti del settore si preparano a investire oltre 320 miliardi di dollari entro il 2025.
Dobbiamo garantire che i decisori politici non finiscano per giocare la stessa partita decennale di rincorsa ai social media, dobbiamo decidere con urgenza il modello di governance per l’intelligenza artificiale
“This is For Everyone”: Il Manifesto per il Futuro
Nel settembre 2025, Berners-Lee ha pubblicato “This is For Everyone”, un memoir rivoluzionario che è diventato un bestseller del Sunday Times. Il libro è sia un memoir intimo che un manifesto: Berners-Lee racconta la storia della sua iconica invenzione, esplorando come ha lanciato una nuova era di creatività e collaborazione, liberando però anche forze potenti che mettono a rischio verità e privacy e polarizzano il dibattito pubblico.
Berners-Lee è ottimista che il 2025 sarà l’anno dei diritti umani digitali, ma ha avvertito di una possibile reazione negativa contro i social media polarizzanti. Spera in un’ondata di standardizzazione che porti diritti sui dati, diritti umani e sovranità digitale
Il Messaggio: Non È Troppo Tardi
Possiamo ridare potere agli individui e riprenderci il web. Non è troppo tardi
è il messaggio centrale di Berners-Lee oggi. “Da qualche parte tra la mia visione originale del web 1.0 e l’ascesa dei social media come parte del web 2.0, abbiamo imboccato la strada sbagliata. Ora ci troviamo a un nuovo bivio”.
A 70 anni, si definisce una persona ordinaria: racconta di essere scontroso il lunedì mattina, di fare fatica a ricordare i nomi delle persone e ad arrivare puntuale agli appuntamenti. Sostiene che se non l’avesse inventato lui, qualcun altro avrebbe creato il web. Ma è proprio questa umiltà che lo rende straordinario.
Ho regalato il World Wide Web perché pensavo che avrebbe funzionato solo se fosse stato per tutti. Oggi credo che questo sia più vero che mai
conclude il padre del web, ancora determinato a combattere per mantenere viva la promessa originale della sua invenzione: un web libero, aperto e al servizio dell’umanità, non del profitto.
La battaglia continua. E Tim Berners-Lee, l’hacker che regalò il mondo a tutti, è ancora in prima linea.