Il 26 dicembre del 1837, C. Babbage, in un suo articolo “On the Mathematical Power of the Calculating Engine”, descrive il primo modello di calcolatore automatico: La Macchina Analitica.
Già durante la costruzione della Macchina Differenziale, Babbage cominciò a concepire l’ idea di un calcolatore universale capace di “ragionare” [un secolo prima della Macchina di Turing!] che non si limitasse ad eseguire i calcoli, ma che fosse in grado di sviluppare automaticamente i passaggi successivi basandosi sui risultati precedetemente ottenuti. Si pensa che i meccanismi sofisticati degli automi del ‘700 e il telaio di Jacquard abbiamo ispirato il matematico britannico. La macchina questa volta sarebbe stata alimentata a vapore, più piccola e più veloce della Macchina Differenziale. Ci tenevo a mostrarvi nel modo più semplice possibile come la macchina analitica ha precorso i tempi confrontandone la struttura con l’architettura di von Neumann.
INPUT: schede forate
STORE: la memoria
MILL: letteralmente “mulino” rappresenta l’unità di calcolo
OUTPUT: il risultato poteva essere sia stampato che convertito in altre schede forate da re-inserire nella macchina
Babbage lavorò a questo ambizioso progetto fino alla fine dei suoi giorni, ma non riuscì mai a costruire la macchina per problemi sia tecnici che economici. La macchina analitica resta comunque un passo importantissimo nella storia dell’informatica, è anche il primo calcolatore su cui sia mai stato scritto un software: l’Algoritmo di Ada Lovelace per i numeri di Bernoulli.