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L’Ada Lovelace Day 2025: Eva Galperin

Per l’Ada Lovelace Day 2025 ho scelto di raccontarvi la storia di Eva Galperin, un’hacker che ha trasformato la sua rabbia in azione. Mentre il mondo della cybersecurity inseguiva minacce sofisticate, lei ha scelto di proteggere le vittime più vulnerabili: quelle spiate dai propri partner attraverso lo stalkerware. Una storia di coraggio tecnico e giustizia sociale.

Celebrare le Donne nella Tecnologia

L’Ada Lovelace Day è una celebrazione internazionale che si tiene ogni anno il secondo martedì di ottobre per onorare i successi delle donne nella scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM). Prende il nome da Ada Lovelace, la matematica britannica del XIX secolo considerata la prima programmatrice della storia.

Questa giornata ha lo scopo di ispirare le future generazioni mostrando modelli positivi femminili che hanno fatto la differenza nel mondo tecnologico.

Per l’Ada Lovelace Day 2025, voglio celebrare una figura contemporanea che incarna perfettamente questo spirito: Eva Galperin, un’attivista hacker che ha trasformato le sue competenze tecniche in uno strumento per proteggere le persone più vulnerabili.

Chi è Eva Galperin

Eva Galperin è la Direttrice della Cybersecurity presso la Electronic Frontier Foundation (EFF), una delle principali organizzazioni a livello mondiale per la difesa delle libertà civili nel mondo digitale. Nata in Lettonia da genitori ebrei che fuggirono dall’antisemitismo sovietico, è cresciuta in California circondata dalla tecnologia grazie al padre, un esperto di sicurezza informatica.

La sua carriera inizia nella Silicon Valley come amministratrice di sistemi Unix, per poi completare una laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla San Francisco State University. Nel 2007, mentre era diretta alla facoltà di legge, viene “rapita” dalla EFF, dove non ha più voluto andare via. Questa combinazione unica di competenze tecniche e formazione politico-sociale è diventata la sua arma.

La Scoperta che ha Cambiato Tutto

Per anni, Eva si è occupata di proteggere giornalisti, attivisti e avvocati da minacce informatiche avanzate orchestrate da governi ostili (le cosiddette APT – Advanced Persistent Threats). Studiava malware sofisticati in Siria, Vietnam, Libano e Kazakistan.

Ma un evento drammatico ha cambiato la direzione del suo lavoro. Nel 2018, Eva ha scoperto che un collega ricercatore di sicurezza era un presunto stupratore seriale. Una delle vittime era terrorizzata all’idea che lui potesse hackerare i suoi dispositivi per controllarla. Questo ha aperto gli occhi a Eva su una realtà nascosta: migliaia di persone subiscono abusi digitali non da governi o cybercriminali sofisticati, ma dalle persone più vicine a loro.

Spinta dalla rabbia e dalla determinazione, Eva ha pubblicato un tweet offrendo il suo aiuto a tutte le vittime di violenza che temevano di essere spiate attraverso i loro dispositivi. Quel tweet è stato ritwittato quasi 10.000 volte. Nei mesi successivi, centinaia di persone l’hanno contattata. Eva ha dedicato circa un quarto del suo tempo lavorativo ad aiutare queste vittime, diventando una sorta di help desk tecnico e punto di supporto.

La Battaglia contro lo Stalkerware

Lo stalkerware è un software commerciale progettato per essere installato segretamente sul dispositivo di una vittima (solitamente un partner o ex partner) per spiarne comunicazioni, messaggi, foto, posizione GPS e persino attivare microfono e fotocamera da remoto. Queste applicazioni vengono spesso vendute sotto la maschera di “software per controllo parentale” o “monitoraggio dipendenti”, ma sono utilizzate prevalentemente in casi di violenza domestica.

Come spiega Eva con una frase diventata celebre:

“L’accesso completo al telefono di una persona è la cosa più simile all’accesso completo alla mente di una persona.”

E le conseguenze sono devastanti:

“Le persone che finiscono con questo software sui loro telefoni possono diventare vittime di abuso fisico, di stalking fisico. Vengono picchiate. Possono essere uccise. I loro figli possono essere rapiti.”

Il Problema Ignorato dall’Industria

Quando Eva ha iniziato a combattere lo stalkerware, si è scontrata con un muro di indifferenza. Le aziende antivirus si rifiutavano di classificare questi software come malware, sostenendo che se qualcuno ha accesso fisico al dispositivo, l’installazione è “legittima”.

Eva ha dovuto spiegare loro, con pazienza e determinazione: “Ho notizie per voi su come funziona l’abuso.” Nelle relazioni violente, gli abusatori hanno spesso accesso fisico al telefono della vittima, conoscono le password, hanno l’Apple ID. Non serve essere un hacker sofisticato: basta meno di un minuto per installare lo stalkerware mentre la vittima è nella stanza accanto.

Come ha dichiarato con fermezza:

“Questo non va bene, questo non è accettabile, questa è sorveglianza.”

Le Vittorie di Eva

Il lavoro di Eva ha portato a risultati concreti:

Aprile 2019 – Il Primo Grande Successo Eva è riuscita a convincere Kaspersky Lab a riconoscere esplicitamente lo stalkerware come minaccia nei suoi prodotti Android. L’antivirus ora avvisa gli utenti quando rileva questo tipo di software, dando loro la possibilità di rimuoverlo (la scelta è lasciata alla vittima, perché rimuoverlo potrebbe scatenare una reazione violenta dell’abusatore).

Novembre 2019 – La Coalition Against Stalkerware Eva ha co-fondato la Coalition Against Stalkerware, un’alleanza internazionale che oggi conta oltre 40 organizzazioni partner: aziende di cybersecurity, centri di ricerca accademica, gruppi di supporto per vittime di violenza domestica e organizzazioni per i diritti digitali. Insieme, hanno formato oltre 210 agenti di polizia su come investigare lo stalking digitale e hanno sviluppato programmi di formazione per operatori dei servizi di supporto alle vittime.

3. Pressione Legale Eva ha pubblicamente chiesto alle autorità statali e federali degli Stati Uniti di arrestare e perseguire i dirigenti delle aziende che sviluppano e vendono stalkerware per crimini informatici. Ha sollecitato la Federal Trade Commission (FTC) a indagare e vietare questa industria.

Perché Eva Galperin Rappresenta l’Ideale dell’Ada Lovelace Day

Come Ada Lovelace usò la matematica per immaginare il potenziale trasformativo delle macchine computazionali, Eva Galperin usa le sue competenze di hacking per immaginare e costruire un mondo digitale più sicuro e giusto.

Eva incarna perfettamente lo spirito dell’Ada Lovelace Day per diverse ragioni:

  • Competenza Tecnica al Servizio dell’Umanità: Non usa le sue capacità per guadagno personale o per sfide tecniche fini a sé stesse, ma per proteggere chi è più vulnerabile.
  • Coraggio di Sfidare lo Status Quo: Ha affrontato un’industria della sicurezza informatica che considerava lo stalkerware “troppo banale” per meritare attenzione, dimostrando che la sofisticazione tecnica non è ciò che rende una minaccia pericolosa.
  • Approccio Interdisciplinare: La sua formazione in scienze politiche combinata con le competenze tecniche le permette di comprendere l’abuso digitale come fenomeno sociale e non solo come problema tecnico.
  • Attivismo Pratico: Non si limita alla ricerca accademica, ma lavora direttamente con le vittime, pressiona le aziende, forma le forze dell’ordine e crea alleanze internazionali.
  • Modello per le Future Generazioni: Dimostra che l’hacking etico può essere uno strumento potente per il cambiamento sociale e la giustizia.

Il Messaggio di Eva per il Futuro

Eva Galperin ha trasformato una tragedia personale e la scoperta di un’ingiustizia nascosta in una crociata globale. Il suo lavoro ha cambiato il modo in cui l’industria della sicurezza informatica affronta lo stalkerware, ha aiutato migliaia di vittime e ha portato il tema dell’abuso digitale al centro del dibattito pubblico.

In questo Ada Lovelace Day, voglio celebrare Eva non solo per le sue capacità tecniche, ma per aver dimostrato che l’innovazione più importante non riguarda sempre la tecnologia più avanzata, ma l’uso etico e coraggioso delle competenze per proteggere la dignità e la sicurezza delle persone.

Come lei stessa ricorda ai professionisti della sicurezza:

Il tipo di lavoro di sicurezza che mi appassiona inizia dalle persone che voglio proteggere. Inizia pensando a chi è escluso dalla conversazione o chi non è nella stanza.

Per saperne di più:

  • Electronic Frontier Foundation (EFF): www.eff.org
  • Coalition Against Stalkerware: www.stopstalkerware.org


La scelta di dedicare questo spazio a Eva Galperin è un esercizio personale contro ogni forma di pregiudizio. Il suo lavoro include la critica diretta alle tecnologie di sorveglianza abusive di origine israeliana e dimostra che la difesa dei diritti umani e digitali deve prescindere da ogni appartenenza e identità nazionale.

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