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Madeleine Pelletier

Medica, psichiatra, femminista radicale, internata per la sua disobbedienza

Madeleine Pelletier nasce a Parigi nel 1874 in una famiglia povera. Cresce con la madre e studia da autodidatta, fino a diventare nel 1906 la prima donna in Francia a laurearsi in psichiatria. Entrò come interna nei manicomi pubblici, sfidando l’opposizione dell’ambiente medico. Lavorò a Sainte-Anne e Villejuif, sostenuta da testate femministe come La Fronde. Pelletier fu anche scrittrice, attivista socialista, massone, e tra le più ferventi sostenitrici del diritto all’aborto, dell’autonomia femminile e del suffragio. Indossava abiti maschili, rifiutava le imposizioni estetiche e sessuali del tempo, e denunciava la psichiatria come strumento di controllo sociale.

Nel 1937 fu colpita da un ictus che la rese semiparalizzata. Due anni dopo venne arrestata con l’accusa (infondata) di aver praticato un aborto. Nonostante le sue condizioni fisiche, fu dichiarata pericolosa e internata d’ufficio nell’ospedale psichiatrico di Perray-Vaucluse. Morì lì il 29 dicembre 1939, a seguito di un secondo ictus.

Il suo internamento fu un atto politico e punitivo, emblematico della repressione esercitata dallo Stato e dalla medicina contro le donne autonome e ribelli.

Pelletier fu cancellata dalla storia ufficiale per decenni, ma oggi è considerata una pioniera del femminismo laico, scientifico e rivoluzionario.

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