
Macchine, classi e rivoluzione nel futuro del passato
Metropolis è un film muto in bianco e nero diretto da Fritz Lang, presentato a Berlino nel gennaio 1927. Costato circa cinque milioni di marchi, è una delle produzioni più ambiziose del cinema muto, nonché uno dei testi fondativi della fantascienza cinematografica. L’ambientazione è fissata esattamente 100 anni dopo la sua realizzazione, nel 2026.
Una città divisa in due
La metropoli del titolo è una città verticale e iper-industrializzata, in cui la società è rigidamente separata: in alto i ricchi, che vivono nell’agio tra giardini pensili e grattacieli; in basso gli operai, costretti a lavorare in condizioni disumane nei sotterranei, assimilati a ingranaggi viventi. È una rappresentazione estrema del conflitto di classe, filtrata attraverso l’estetica espressionista e architetture influenzate dal modernismo, dal gotico e dall’Art Déco.
Freder, Maria e il doppio meccanico
Il protagonista è Freder, figlio del dominatore della città, Joh Fredersen. Dopo aver scoperto la realtà degli operai, si innamora di Maria, figura messianica che predica la riconciliazione tra classi. Quando il padre teme che questa predicazione possa trasformarsi in rivolta, incarica lo scienziato Rotwang di sostituire Maria con un robot, inconsapevole che l’automa è stato programmato per incitare al caos.
Nasce così una delle prime rappresentazioni cinematografiche del doppio meccanico, con la celebre sequenza in cui la falsa Maria prende vita, icona assoluta della fantascienza visiva.

Il mediatore dev’essere il cuore
Il film si chiude con una frase divenuta emblematica:
“Il mediatore tra la mano e la mente dev’essere il cuore.”
È una conciliazione simbolica, che pone il sentimento (il cuore) come punto di incontro tra forza lavoro (la mano) e potere razionale (la mente).
Note e curiosità
– Il robot femminile, Maschinenmensch, è tra i primi androidi del cinema e ha influenzato intere generazioni di designer (da C-3PO a Ex Machina).
– Il film fu pesantemente tagliato dopo l’uscita. La versione integrale è stata ricostruita solo nel 2010 grazie al ritrovamento di una copia quasi completa a Buenos Aires.
– L’estetica di Metropolis fonde tecnocrazia, mistica e politica, anticipando ansie moderne sull’automazione e il potere.