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Pavel Durov: La lotta per Internet Libero

Il fondatore di Telegram contro la censura governativa e il controllo digitale

Dall’esilio dalla Russia all’arresto in Francia: la crociata di un visionario tecnologico

Sto per compiere 41 anni, ma non ho voglia di festeggiare

ha scritto Pavel Durov nell’ottobre 2025. Per il fondatore di Telegram, non c’è nulla da celebrare mentre assiste a quella che definisce la morte dell’Internet libero. Un grido d’allarme che arriva da chi ha già sacrificato un impero da miliardi di dollari per difendere i propri principi.

Confesso: non avevo mai approfondito la storia del fondatore di Telegram. Ho deciso di fare qualche ricerca e quello che ho scoperto mi ha sorpreso: non un semplice imprenditore tech, ma un idealista che ha già sacrificato miliardi per i suoi principi e sembra pronto a farlo di nuovo.

In un momento storico in cui la sorveglianza digitale avanza sotto le mentite spoglie della sicurezza, capire chi è Pavel Durov e cosa rappresenta mi sembra più importante che mai.

VKontakte: il primo scontro con il potere

Nato a Leningrado nel 1984, Pavel Durov fonda nel 2006 VKontakte (VK), destinato a diventare il social network più popolare della Russia e dei paesi dell’ex Unione Sovietica. Il successo è fulminante, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Mark Zuckerberg russo”. Ma è proprio questo successo che lo metterà in rotta di collisione con il Cremlino.

Il punto di rottura arriva nel 2014, durante le proteste di Euromaidan in Ucraina. I servizi segreti russi (FSB) chiedono a Durov di consegnare i dati personali dei manifestanti ucraini e di bloccare la pagina del leader dell’opposizione Alexei Navalny. La sua risposta è un rifiuto categorico.

Ho rifiutato di consegnare i dati degli utenti ucraini durante Euromaidan perché avrebbe significato un tradimento dei nostri utenti ucraini. Dopo di che sono stato licenziato dall’azienda che avevo fondato e sono stato costretto a lasciare la Russia. Ho perso la mia azienda e la mia casa, ma lo rifarei senza esitazione.

Le conseguenze sono immediate e devastanti. Durov viene forzato a vendere le sue quote di VK per circa 200 milioni di dollari e lasciare il paese. Ma aveva già un piano B: Telegram, lanciato nel 2013.

Telegram: oltre un miliardo di utenti e la sfida alle Big Tech

Telegram nasce nel 2013 come alternativa crittografata ai servizi di messaggistica tradizionali. La piattaforma si distingue per le chat segrete con crittografia end-to-end, i canali pubblici e una filosofia radicale: la privacy degli utenti è inviolabile.

Nel 2024, Telegram raggiunge due traguardi storici: supera il miliardo di utenti attivi e diventa profittevole per la prima volta, con un fatturato superiore al miliardo di dollari. Per Durov, questi numeri dimostrano che un’alternativa alle multinazionali della tecnologia è possibile.

Quando annuncia il traguardo del miliardo di utenti, Durov attacca direttamente la concorrenza, definendo WhatsApp di Meta “un’imitazione economica e annacquata di Telegram” e accusando il competitor di utilizzare lobby e campagne di PR per rallentare la crescita di Telegram.

La sua visione è chiara: Telegram non è un bene commerciale, ma un’idea. Nel corso degli anni ha rifiutato numerose offerte di acquisizione, mantenendo il controllo totale della piattaforma. Per Durov, la neutralità tecnologica è un principio fondamentale.

Nel 2024, Durov ha dichiarato che Telegram dovrebbe rimanere una ‘piattaforma neutrale’ e non ‘un giocatore nella geopolitica’.

L’arresto in Francia: quattro giorni di detenzione

Il 24 agosto 2024 segna un nuovo capitolo nella battaglia di Durov. All’aeroporto Le Bourget di Parigi, di ritorno dall’Azerbaijan, viene arrestato dalla polizia francese con accuse legate alla presunta mancata moderazione dei contenuti su Telegram: complicità in attività criminali, pornografia infantile, traffico di droga, transazioni fraudolente.

Durov viene trattenuto per quattro giorni prima di essere rilasciato su cauzione di 5 milioni di euro, con l’obbligo di presentarsi in Francia ogni 14 giorni. Il caso giudiziario è ancora aperto e le accuse formali includono sei capi d’imputazione relativi al rifiuto di comunicare con le autorità e alla complicità in attività criminali sulla piattaforma.

Un anno dopo, nell’agosto 2025, Durov definisce l’arresto il risultato di un errore delle autorità francesi, sostenendo che fino a quel momento avevano ignorato le leggi europee non inviando richieste a Telegram secondo le procedure legali richieste.

Sono stato arrestato a causa di un errore della stessa polizia francese: fino ad agosto 2024 hanno ignorato le leggi francesi ed europee e non hanno inviato richieste a Telegram secondo la procedura legale richiesta. Sarebbe bastato semplicemente cercare su Google o chiedere per conoscere la procedura corretta.

Durov contesta duramente la logica dell’arresto, definendola “giuridicamente e logicamente assurda” il fatto di trattenere il CEO di una piattaforma per le azioni dei suoi utenti.

Le pressioni politiche: il caso delle elezioni moldave

Nell’ottobre 2025, Durov ha rivelato dettagli inquietanti sulle pressioni subite durante la sua detenzione in Francia. Secondo le sue dichiarazioni, i servizi segreti francesi lo hanno contattato durante le elezioni in Moldavia del 2024-2025 chiedendogli di censurare canali Telegram considerati problematici per i governi moldavo e francese.

In una prima lista, alcuni canali violavano effettivamente le regole della piattaforma e sono stati rimossi dal team di Telegram. Ma secondo Durov, è poi arrivata una seconda lista molto più ampia, composta quasi interamente da canali che non avevano commesso violazioni palesi, ma si distinguevano solo per opinioni politiche non gradite alle autorità.

La rivelazione più grave riguarda il presunto scambio proposto: in cambio della collaborazione nella censura, a Durov sarebbe stata promessa un’intercessione favorevole presso il magistrato che seguiva il suo caso penale in Francia. Una commistione tra intelligence e giustizia che Durov ha definito “confusa e scioccante”.

Durov ha rifiutato di procedere con la censura dei canali della seconda lista, ribadendo la posizione di Telegram contro la censura politica. L’episodio si inserisce nella sua battaglia più ampia contro quello che definisce un controllo crescente sui social media da parte dei governi occidentali.

Il manifesto contro il controllo digitale

Nel giorno del suo 41° compleanno, il 9 ottobre 2025, Pavel Durov ha pubblicato quello che è stato definito un manifesto contro la deriva autoritaria di Internet. Il messaggio, diffuso su Telegram con un banner visibile a tutti gli utenti e su X, rappresenta il suo grido d’allarme più forte.

Sto per compiere 41 anni, ma non ho voglia di festeggiare. La nostra generazione sta esaurendo il tempo per salvare l’Internet libero costruito per noi dai nostri padri. Quello che una volta era la promessa dello scambio libero di informazioni si sta trasformando nell’ultimo strumento di controllo.

Durov identifica tre minacce principali alla libertà digitale attualmente in discussione nei paesi occidentali:

Regno Unito: identità digitali obbligatorie

Il governo britannico sta proponendo l’introduzione di identità digitali obbligatorie per l’impiego e i viaggi. La misura ha suscitato un’opposizione significativa: oltre 2,8 milioni di persone hanno firmato una petizione contro il sistema, che secondo i critici permetterebbe un tracciamento costante dei movimenti e delle interazioni dei cittadini.

Australia: verifica dell’età online

Dal 10 dicembre 2025, l’Australia vieterà l’accesso ai social media per gli utenti sotto i 16 anni, introducendo un sistema di verifica dell’età online. Le autorità prevedono un approccio multi-livello che include verifica dell’identità, potenzialmente registrando ogni attività digitale degli utenti. I sostenitori dell’iniziativa citano la protezione dei minori da contenuti inappropriati, mentre i critici temono la creazione di un database governativo di dati personali sensibili.

Unione Europea: la proposta Chat Control

La proposta più controversa è quella dell’Unione Europea conosciuta come Chat Control. L’iniziativa richiederebbe a servizi come Telegram, WhatsApp e Signal di permettere alle autorità di scansionare messaggi e immagini prima della crittografia end-to-end, sotto il pretesto di combattere crimini gravi come l’abuso di minori.

Secondo l’Electronic Frontier Foundation, questa scansione obbligatoria potrebbe segnare la fine della vera crittografia end-to-end. Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum, ha accusato l’UE di voler spiare i propri cittadini, mentre Meredith Whittaker, CEO di Signal, ha criticato quello che percepisce come un indebolimento della crittografia e della privacy.

La proposta ha tuttavia subito un duro colpo dopo che il capo del più grande partito tedesco si è dichiarato contrario, potenzialmente bloccandone l’approvazione. Il dibattito continua nel Consiglio Europeo.

Le accuse ai governi occidentali

Nel suo messaggio, Durov non si limita a criticare le proposte legislative future, ma denuncia azioni già in corso nei paesi europei:

La Germania sta perseguitando chiunque osi criticare i funzionari su Internet. Il Regno Unito sta incarcerando migliaia di persone per i loro tweet. La Francia sta indagando penalmente sui leader della tecnologia che difendono la libertà e la privacy.

Queste affermazioni, sebbene non verificabili indipendentemente in tutti i dettagli, riflettono la sua critica di lunga data alla sorveglianza governativa e alla censura. Durov conclude con un monito apocalittico:

Un mondo oscuro e distopico si sta avvicinando rapidamente mentre dormiamo. La nostra generazione rischia di passare alla storia come l’ultima ad aver goduto di libertà, e a essersi lasciata togliere.

La filosofia tecnologica: neutralità e resistenza

La posizione di Durov si basa su alcuni principi tecnologici e filosofici fondamentali. Telegram si distingue per la crittografia end-to-end nelle chat segrete, i server distribuiti e la promessa che nessuno, nemmeno il team di Telegram, può accedere ai messaggi privati degli utenti.

Durov sostiene uno stile di vita ascetico e libertario, che si riflette anche nella sua visione tecnologica: minimale interferenza, massima libertà per l’utente, resistenza al controllo centralizzato. Ha dichiarato di preferire la morte piuttosto che compromettere la privacy degli utenti di Telegram.

Questa posizione intransigente ha creato tensioni con governi e forze dell’ordine di tutto il mondo. Telegram è diventato uno strumento indispensabile per giornalisti sotto regimi oppressivi e attivisti per i diritti umani, ma la piattaforma è stata anche utilizzata per coordinare attività criminali e diffondere contenuti illegali.

La questione centrale rimane irrisolta: fino a che punto una piattaforma tecnologica è responsabile dell’uso che ne fanno i suoi utenti? Durov sostiene fermamente che la risposta è “molto poco”, mentre governi e autorità giudiziarie premono per una maggiore collaborazione e moderazione.

Il futuro: tra Dubai e la Francia

Oggi Pavel Durov vive principalmente a Dubai, dove Telegram ha il suo quartier generale. Possiede cittadinanze multiple: Russia, Emirati Arabi Uniti, Saint Kitts e Nevis, e Francia. Nel marzo 2025, dopo mesi trascorsi in Francia per le indagini giudiziarie, è potuto tornare negli Emirati.

La giustizia francese ha parzialmente revocato il suo divieto di espatrio nel luglio 2025, permettendogli di effettuare viaggi regolari a Dubai fino a 14 giorni alla volta. Tuttavia, deve ancora presentarsi ogni due settimane in Francia, e il procedimento penale è tuttora in corso.

Nel frattempo, il dibattito sulla privacy digitale e la crittografia si intensifica a livello globale. La battaglia di Durov non è più solitaria: organizzazioni per i diritti digitali, esperti di crittografia e altri leader tecnologici si sono schierati contro le proposte di sorveglianza di massa.

Secondo Forbes, Durov possiede un patrimonio di circa 17,1 miliardi di dollari, rendendolo una delle persone più ricche al mondo. Ma a differenza di molti suoi colleghi miliardari della tecnologia, Durov non cerca l’attenzione dei media e mantiene uno stile di vita riservato concentrato esclusivamente sulla sua missione: preservare un Internet libero dalla sorveglianza governativa.

Conclusione: l’ultima battaglia per la privacy

Pavel Durov rappresenta una figura rara nel panorama tecnologico contemporaneo: un idealista che ha già sacrificato un impero per i suoi principi e sembra pronto a farlo di nuovo. La sua battaglia non è solo contro governi specifici, ma contro una tendenza globale verso il controllo digitale centralizzato.

Il suo messaggio di compleanno nell’ottobre 2025 è un grido d’allarme che risuona oltre Telegram. Secondo Durov, la generazione attuale si trova a un bivio: accettare passivamente misure di sorveglianza sempre più invasive presentate come necessarie per la sicurezza, o difendere attivamente la libertà digitale che generazioni precedenti hanno costruito.

Ci hanno fatto credere che la più grande battaglia della nostra generazione sia quella di distruggere tutto ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato: tradizione, privacy, sovranità, libero mercato e libertà di parola. Tradendo l’eredità dei nostri antenati, ci siamo avviati verso l’autodistruzione: morale, intellettuale, economica e, in ultima analisi, biologica.

Che si concordi o meno con le sue posizioni radicali, la domanda sollevata da Durov rimane cruciale per il futuro della tecnologia e della società: vogliamo un Internet libero con tutti i rischi che comporta, o preferiamo la sicurezza della sorveglianza? La risposta a questa domanda definirà il mondo digitale delle prossime generazioni.

Fonti

Le informazioni contenute in questo articolo sono state verificate attraverso le seguenti fonti:

• Wikipedia – Pavel Durov (aggiornato al 25 ottobre 2025)

• RadioRadio.it – “Durov: L’intelligence francese mi ha pressato per zittire l’opposizione in Moldavia” (ottobre 2025)

• Pravda Italia – Dichiarazioni di Pavel Durov sull’arresto in Francia (agosto 2025)

• Hardware Upgrade – “Pavel Durov lancia l’allarme: Stiamo perdendo Internet libero” (ottobre 2025)

• Byoblu – “Il fondatore di Telegram: Internet sta diventando uno strumento di controllo” (ottobre 2025)

• ForkLog – “Pavel Durov warns of the imminent demise of the free internet” (ottobre 2025)

• Cointelegraph – Post su X di Pavel Durov (@durov) del 9 ottobre 2025

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