
[ SABOR · 1938/1947 ]
Inventor: August Huber (Initial in 1923)
Country: Switzerland (Teufen AR)
Type: Remote‑controlled humanoid robot
Height: 2.37 m · Weight: ~270 kg
Features: Walks on wheels, moves limbs/head, speaks, smokes, offers objects
Owner: Peter Steuer (after 1951)
Current: Electricity Museum (Münchenstein, BL)
L’uomo-macchina robotico tra ingegno privato e europeo

Origini ed evoluzione
Sabor nasce in Appenzello Esterno, in Svizzera, nel 1923, frutto dell’inventiva del giovane August Laurent Huber (nato 1911). Il primo modello era costruito in legno e tessuto, ma già dotato di un meccanismo di controllo via radio .
Negli anni successivi furono realizzate versioni successive, fino al Sabor IV del 1938, con scheletro in acciaio, altezza di circa 2,37 m e un peso attorno ai 270 kg .

Tecnologia e prestazioni
Sabor IV e il successivo Sabor V (1947), progettato in collaborazione con l’ingegnere Peter Steuer, erano equipaggiati con comandi via onde corte in grado di attivare relè interni e consentire movimenti precisi: camminare (su ruote), muovere braccia e testa, inclinarsi, sbattere le palpebre e sincronizzare il movimento delle labbra con la voce preregistrata .
Poteva anche offrire un fiore o accendere e fumare una sigaretta tramite un artificio meccanico nascosto nel braccio, esibendo uno stile di presenza pubblica teatrale e simbolica .
Diffusione e fama internazionale
Educato come robot da esposizione, fu presentato alla Esposizione Nazionale Svizzera del 1939 a Zurigo. Dopo la guerra, Sabor V continuò a esibirsi in tutto il mondo: Svizzera, Paesi Bassi (di fronte alla regina Giuliana), Danimarca, Belgio, fino agli USA negli anni ’50, dove apparve anche in televisione (ad esempio nel celebre The Ed Sullivan Show) .
Oggi Sabor V è conservato al Museo dell’elettricità di Münchenstein (Bl) ed è stato recentemente restituito in mostra al luogo di origine, Teufen AR, dove è stato esposto fino al 2025 .


Comprendere Sabor oggi
Sabor non è solo una macchina, ma una performance tecnologica nata dalla curiosità di un giovane inventore e sostenuta da un mecenate artigiano. Rappresenta una forma di robotica pionieristica costruita prima per stupire che per essere operativa: la macchina incontra il circo, la scienza si trasforma in spettacolo.
Il suo meccanismo, composto da oltre 500 m di cablaggi, relè e motori elettrici, anticipa l’idea di automa telecomandato, mentre l’uso simbolico di oggetti quotidiani come fiori o fumo crea un’immagine antropomorfica e teatrale.

