Mi piacciono gli screensaver perché ricordano un’epoca in cui la creatività era al servizio della durata delle tecnologie che li ospitavano. I miei monitor LCD non rischiano il burn-in. Lo so. Lo screensaver non serve più, ma mi piace ricordare un piccolo software pensato per allungare la vita dei dispositivi, non per convincerti a dismetterli.
Quando la creatività Serviva a Far Durare le Cose
Dai tostapane volanti di After Dark alle galassie di Starfield: tutto quel tripudio di fantasia e colore esisteva per un motivo profondamente pratico: proteggere lo schermo per farlo durare più a lungo. Un codice amico all’apparenza frivolo preservava la macchina.
C’era qualcosa di poetico in questo. L’estetica non era decorazione posticcia, non era marketing, non era obsolescenza mascherata da innovazione. Era necessario e non ci volle molto a renderlo un’occasione creativa.
Oggi è tutto al contrario. La tecnologia è progettata per omologare e non durare. Batterie incollate, software che rallenta i dispositivi vecchi, aggiornamenti che rendono obsoleto l’hardware.
Ma gli screensaver no. Gli screensaver dicevano:
Questo schermo è prezioso. Costa caro sostituirlo. Quindi mentre tu non lo usi, io lo proteggo. E già che ci sono, ti regalo qualcosa di ipnonotico da guardare.
Era tecnologia che si prendeva cura di se stessa attraverso l’arte.
Era la macchina che si auto-preservava con la bellezza.